La cromoterapia.
Introduzione.
Cromo-terapia deriva dal greco, chrôma= colore e therapéuein=prendersi cura di, e significa letteralmente curare con l'uso del colore.
Oggi esistono svariati modi di fare terapia con il colore ovvero con i colori (sovente sette) della porzione dello spettro elettromagnetico denominata ottico:
- l'applicazione diretta dei colori su zone sofferenti;
- l'applicazione dei colori nella vita di tutti i giorni, dai vestiti alla tinta delle stanze adibite a scopi diversi, dalla "polarizzazione" di cibi all'abbinamento con cristalli, appunto, colorati naturalmente;
- l'applicazione dei colori sui punti di agopuntura (cromopuntura);
- l'applicazione della luce solare in toto (elioterapia);
- l'applicazione della luce laser come luce particolare (coerente).
I colori vengono scelti secondo un codice oramai scontato e riportato da tutte le letterature relative: gli stessi colori che usavano gli egizi sono usati oggi dai terapeuti del colore nello stesso modo.
La fisica dice che la luce è una qualità dell'universo, un qualcosa che esiste perché emessa da un corpo detto, appunto, luminoso; tale luce è bianca; il colore è la scomposizione della luce bianca in sette tinte, dal rosso al violetto, come risulta dal passaggio della stessa attraverso il prisma di vetro.
Da sempre l'uomo esperimenta l'uso del colore su ogni forma di vita: come crescono le piante irradiate da determinati colori, come reagiscono dei microrganismi ai colori [1] della spettro, come reagisce l'uomo agli stessi. E' partita da qui la constatazione che la luce usata nelle discoteche, soprattutto quella stroboscopia che altera i ritmi neurologici, è dannosissima, al pari di certe musiche e di relative intensità sonore che costringono i muscoli cocleari a contrazioni enormi. Oggi il colore è ritenuto una entità con caratteristiche ben precise, dotato di capacità altrettanto sperimentate, ma il suo uso nella vita di tutti i giorni, stranamente, non segue il risultato delle estenuanti e meticolose ricerche fatte, né i consigli riportati da innumerevoli ricercatori su una vastissima bibliografia esistente.
Stanno però spuntando un po' ovunque ricercatori, con mia sorpresa anche medici, che iniziano ad avere una visione del colore diversa da quella stantia degli ultimi 13.000 anni, perché derivata da una visione più ampia e più evoluta del cosmo.
* * *
Uno dei simboli [2] più potenti che l'umanità ha adorato da sempre, la croce, fornisce una chiave di lettura della manifestazione del creato. Essa è costituita da due braccia, una orizzontale che rappresenta la varietà di vibrazioni costituenti la realtà dimensionale materiale e l'altra, verticale, la varietà di informazioni cosituenti la realtà multidimensionale, oltre il dominio dei cinque sensi.
Quell'uomo che si colloca al centro della stessa [3] , nel senso che "guarda" l'esistenza da tale centro, è "illuminato" da ogni vibrazione e da ogni informazione e può quindi cogliere la miglior sostanzialità dell'esistenza stessa.
La favola della Azienda umana, riportata in una appendice, ha presentato un modello leggermente più espanso della visione cinque sensoriale, quella in cui l'uomo crede da sempre, oggi compreso.
Ora prendendo in considerazione il braccio orizzontale della croce e
cioè la varietà delle vibrazioni mono dimensionali, troviamo,
per questa dimensione, l'analogia con lo spettro di frequenze che la
fisica ci propone ( Tav. 18-1
e tav. 18-2,tav. 19)
come l'insieme di vibrazioni possibili per questo tipo di vita. Andando
dalle vibrazioni lentissime a quelle rapidissime troviamo le vibrazioni
tattili, quelle sonore e, molto più oltre, quelle ottiche.
Abbiamo visto, nell'intera esposizione di questo breve lavoro, che la vita è vibrazione, ovvero ogni forma di vita è costituita da un sottoinsieme di vibrazioni dell'intero spettro: in tal modo acquista quella caratteristica che la fa apparire come solida, lucida, ruvida, leggera, in movimento oppure statica. Ogni forma di vita può essere costituita da vibrazioni audio e ottiche, come solo ionizzanti, oppure solo tattili, oppure combinazioni di siffatti sottoinsiemi.
Dunque una forma di vita può esistere senza colore o senza sonoro, o senza pesantezza o senza fluidità [4] : l'aria è incolore e così il profumo, l'acqua cheta non emette suono, il tuono non ha pesantezza, la pietra non è fluida [5] . L'Uno si è manifestato in una siffatta varietà di combinazioni che l'uomo negli ultimi 13.000 anni ne ha scoperto solo una minima parte, ma una cosa certa è che ogni civiltà è d'accordo con le stesse scoperte fatte in ogni campo.
Sta di fatto che quella forma di vita che si manifesta nel suono ha bisogno del suono per esistere, quella che si manifesta nella gravità ha bisogno della gravità, quella che si manifesta (anche) nel dominio colore, ha bisogno del colore per esistere secondo la sua natura originale o Legge Naturale .
Quindi valutare una forma di vita significa valutare la composizione spettrale della stessa, di quali informazioni è costituita: fare therapeia significa trovare quale di queste, se non tutte, abbia bisogno di un riequilibro [6] . Cosa si intende per riequilibro è stato proposto nella appendice "Orchestra cosmo, etc": se ogni frequenza la paragoniamo ad uno strumento, una certa orchestra composta di certi strumenti, può suonare una melodia solo se i suoi strumenti sono tutti funzionanti o accordati alla stessa nota. Se ne esiste qualcuno fuori accordo ecco che bisogna "inviare" quella frequenza, in modo opportuno, così come il diapason "propone" allo strumento musicale la sua nota di accordo. Dalla nozione di "posizione antalgica" è ora facile estrarre la chiave per capire cosa sia il colore nell'uomo pratico, che si distingue da quello teorico dei vari filosofi e pensatori proprio per il fatto che "si è cercato una nuova configurazione spettrale per sopravvivere agli eventi della propria via esperienziale".

Permette cioè che quella forma di vita sopravviva secondo le proprie modalità anche se, almeno in apparenza, lontane dall' equilibrio natale .
E' il veicolo vibrazionale, che risiede nella parte di spettro catalogata con "colore", tramite il quale quella forma di vita esplica se stessa.
In questa dizione ho volutamente sublimato quanto proposto da filosofi, scienziati, occultisti, psicologi ed educatori [7] sulla teoria del colore: finchè il colore viene visto come una entità astratta è possibile elaborare una infinità di "filosofie emozionali [8] " su come questa entità faccia parte della vita dell'uomo e del creato, ma quando si entra nella visione dinamico-frequenziale dell'esistenza, le filosofie rimangono dei concetti opinabili e occorre prendere in considerazione l'impasto in quanto tale e non in quanto fatto di parti separate (olismo).
Dunque nell'era dell'olismo non è più possibile parlare di colore in quanto tale (tutte le vecchie teorie), ma in quanto

Negli insegnamenti occulti, il suono, il colore e il profumo [9] sono tre rimedi base per risolvere le patologie: da qui partirono le dizioni cromoterapia, fototerapia, o suonoterapia, poi commutata in musicoterapica per la validità terapeutica di alcuni brani musicali, e la terapia con gli olii essenziali e profumi vari. Questi insegnamenti vanno oltre l'applicazione con le erbe perché, come è spiegato nell'appendice Omeopatia, non impegnano direttamente le difese immunitarie del corpo, con dosi massicce che agiscono chimicamente, bensì stimolano il SNC contro un "nemico virtuale", le cui vibrazioni sono quelle del rimedio (che, si ricordi, è "simile").
Invece le erbe agiscono provocando una azione in gran misura allopatica ovvero di reazione chimica nel corpo. Ecco perché, anche se non conoscevano ancora la omeopatia, la kinesiologia, la radionica, il modello cibernetico del corpo umano, intuitivamente gli occultisti usavano suono, colore e profumo come rimedi "sottili".
Anche se non avevano capito che tra il colore prodotto dalla scissione naturale della luce bianca e quello "necessario" ad una manifestazione che usa il colore per vivere, c'è una enorme differenza: il primo può avere una azione asettica e fine a se stessa di risoluzione della patologia, il secondo serve per la sopravvivenza di quella forma di vita e non è detto che debba, per forza, risolvere la patologia in corso [10] .
L'uomo del 2000 è arrivato a capire che "ogni manifestazione di vita" emette onde dette appunto vitali, che sono informazioni che vibrano su determinate gamme di frequenza in dipendenza della manifestazione in causa.
Dunque mentre il sole emette energie su determinate frequenze, l'occhio umano emette energia su altre determinate frequenze e il battimento [11] fra le due si chiama fenomeno osservato. Cioè la luce è un fenomeno che dipende sia dal soggetto che dall'oggetto, più in particolare dall'interazione delle onde emesse dai due corpi. E ogni corpo "sente" l'interazione di dette onde, ossia si accorge di essere interessato da un fenomeno, ma nello stesso istante lo stesso accade anche per l'altra sorgente di onde. E l'occhio, come lo conosciamo dall'uomo, si è formato nella specie animale quando il primo organismo vivente ha provato il "desiderio di vedere": oggi è arcinoto che la funzione crea l'organo, come che la materia è un passo indietro rispetto all'abitudine. Ma non è l'occhio che è sensibile al colore, così come il colore come realtà oggettiva non esiste, bensì la funzione vista, che è dipendente dalla codifica corticale della luce ricevuta. Ossia il colore in realtà non c'è ma è il sistema risonante costituito dalle reti neuronali, che fa la decodifica, che decide il tipo di colore ricevuto.
Ma allora il modello della vita è un po' più chiaro: l'impulso
primordiale ha preso delle frequenze qua e là dalla "tavolozza"
dello spettro elettromagnetico e a seconda di quali ha mescolato fra
di loro sono "nate" delle forme di vita diverse (Tav.
17).
A scopo di pura curiosità in
Tav. 23 sono riportate le frequenze di quelle forme di vita chiamate
muffe, che invita a riflettere sul fatto che ogni forma di vita è
riconoscibile per la sua frequenza tipica. Con queste osservazioni è
stato inventato, per esempio, un antibiotico elettronico che funziona
egregiamente.
Dette forme di vita vivono in armonia fintantoché ogni frequenza del loro spettro "natale" (che si può vedere anche dal tema natale) viene mantenuta nella dinamica naturale : quando una o più frequenze si alterano a causa della tensione o dello stress nasce la sofferenza, la patologia [12] .

E' ovvio che, essendo il campo elettrico la grandezza fondamentale di tutto il cosmo e il principio, assieme all'elettrone, di ogni forma di vita, per tensione si intende proprio la tensione elettrica. Ogni funzione del corpo umano si esplica per differenza di potenziale elettrico e quando una frequenza caratteristica dello spettro-base è alterata allora si altera tutto il campo elettrico.
Dalla Tav. 18-1 e 18-2,
19 si vede che il colore è
una porzione di frequenze dello spettro globale di frequenze elettromagnetiche.
Come tutte le altre frequenze anche quelle del colore sono solo delle
"frequenze".

La luce è "esistita" quando i primi due occhi la hanno ricevuta e, ben più importante, la prima coscienza la ha "chiamata" luce. Ma la luce esisteva anche prima dell'uomo: beh, anche le piante hanno "occhi", ma dipende da cosa se ne fanno del colore/luce che "vedono". L'uomo ha l'autocoscienza, allora non è il colore che che attiva la coscienza ma è l'"attivabilità" della coscienza che si fa attivare dal colore o meglio da quella frequenza, che di per sé non è altro che una frequenza.. Il colore [13] è una "porta frequenziale" verso altri stati di coscienza: in ciò la pianta lo usa per produrre la clorofilla, che è il suo prossimo stato di coscienza, l'uomo lo usa per riattivare connessioni notevolmente più complesse del fenomeno della clorofilla , perché comprendono la coscienza "cosciente" o autocoscienza.
Molto sarebbe da aggiungere sul fatto che l'uomo non "riceve" proprio il colore che gli viene inviato ma ciò che risulta dal filtraggio psicometrico, ovvero dalla decodifica personale di quel colore che dipende dallo spessore emozionale che gli è correlato. Quindi sovente il terapeuta applica un certo colore ma il paziente riceve altro.
Nel prossimo paragrafo saranno esposte tecniche di utilizzo dei colori ( o delle frequenze comprese tra 440 e 700 Thz) per riportare l'armonia nello "spettro", o forma di vita, disturbato. Ovvero come si cura il fabbisogno chimico del corpo, si cura il fabbisogno vibrazionale, in particolare cromatico.
La storia del colore è immensa e lo stato di coscienza di colui che ha colto le sfumature del momento ha determinato la "moda" per l'uso.
Per esempio, c'è che ha rilevato una connessione tra colore e vita psichica: la tipologia ippocratica associava ai quattro colori di base (nero-bianco-rosso-giallo) altrettanti modelli di comportamento e modalità di funzionamento dell'organismo.
La medicina cinese associa i cinque colori base (bianco-nero-verde-rosso-giallo) a elementi del macrocosmo e del microcosmo, a stili di vita, a stati d'animo e a forme di malattia.
L'alchimia riteneva che l'insieme dei colori (omnes colores, che a volte erano tre, altre volte quattro e altre volte sette) comprendesse l'intero processo di trasmutazione e fosse quindi l'immagine dell'uomo totale, della persona giunta alla sua piena integrazione
La Teosofia sostiene che il colore corrisponde alle caratteristiche di una certa tappa della vita; per tale motivo, ad esempio, sarebbero attualmente predominanti i fiori della gamma dei gialli e quelli della gamma azzurra anticiperebbero un ciclo dell'esistenza cosmica.
Secondo Luscher "i segnali-colori costituiscono una lingua emozionale che è compresa a livello inconscio".
I colori sono cioè segnali che vengono percepiti consciamente, ma che si interfacciano con contenuti psichici prevalentemente inconsci.
[1] In medicina classica o farmacologia, è oramai in disuso il famoso violetto genziana per il mughetto dei bimbi e altro, e il blu oltremare per una svariata tipologia di batteri.
[2] Simbolo deriva dal greco sin - ballein= mettere insieme.
[3] IL Gesù del Vangelo cristiano vi viene addirittura "inchiodato". Qui in effetti si dovrebbe citare per completezza, anche la "croce karmica" che l'esperto di astrologia "legge" come tracce congiungenti l'Ascendente, il discendente, il Medio Cielo e l'imo cielo, che rappresentano la "croce microcosmica", ossia di quell'individuo. L'individuo che, cosciente di tale "croce" e cioè del suo significato (un iniziato), la "accetta" ovvero la porta avanti per consapevolezza acquisita è detto illuminato.
[4] In effetti il "seme" di ogni tipo di vibrazione è presente in ogni manifestazione di vita come insegna la teoria dell'olografia e il relativo ologramma.
[5] Sottolineo che si tratta solo di sensazione che ha l'uomo, non di come è realmente costituita la materia; vedi nota precedente.
[6] Se prendo a prestito i termini usati dalla fisica, riequilibro significa riavviare il corpo a ritrovare per ogni vibrazione, la sua ampiezza, la sua fase e la sua relazione di inviluppo con le altre.
[7] E' incredibilmente ovvio come sia possibile applicare la teoria dello spettro di vibrazioni ai nomi-cartellini dianzi detti: scienziati, filosofi, psicologi, etc. sono degli spettri di vibrazione al pari di quelle chiamate suono, colore, gravità, densità, etc. Ognuno è una quota parte della realtà e vede la realtà, dunque in quota parte.
[8] Pur correndo il rischio di
essere tacciato di "freddo contemplatore della manifestazione divina",
debbo riportare ciò che per me significa la parola "emozioni":
Le emozioni negative, le manifestazioni parossistiche degli
stati d'animo, sono dovute all'ignoranza nei confronti della creazione
. Quanto più si è distanti dalla realtà
tanto più si è schiavi di "correnti" emozionali dovute
a campi elettrici che nascono per detta distanza (reali potenziali elettrici).
Non per nulla la maggior parte delle religioni predica l'annullamento
delle emozioni, soprattutto quelle orientali che forniscono preziosi
metodi di meditazione per fare ciò.
[9] Suggerisco il lettore di osservare la vita di ogni giorno per rendersi conto di quanto l'uomo di oggi è lontano dagli insegnamenti iniziatici. Non avendo alcuna percezione extrasensoriale, egli si nutre di colore, suono e profumo (orribili "puzzi" venduti in antri chiamati profumerie) che lo alterano in ogni suo stato. Poi corre dal naturopata per pretendere che la Natura che egli ha saccheggiato a piene mani, e che deride di continuo, lo aiuti.
[10] Infatti la patologia è lo stimolo dell'anima a trovare un'altra posizione antalgica, ossia ad avanzare nella via dell'evoluzione e serve finchè questo è avvenuto.
[11] Interazione fra due onde o segnali che dà luogo a onde con frequenza somma e differenza.
[12] Dal greco: pathos = sofferenza e logos = descrizione.
[13] Lo stesso dicasi per suono, aromi e ogni altra fonte di vibrazioni. |