Gli strumenti del Naturopata. Ancora sottolineo che diventare veramente un Naturopata, al di là del fatto che sicuramente era scritto nel tema natale e dunque una dote innata, non significa dimostrare di avere studiato come nelle scuole ufficiali degli ultimi cinquant'anni, bensì operare in sé quella trasformazione che apre le porte al cosiddetto "regno dei cieli", le dimensioni dell'anima. E mentre il ricercatore dell'anima vede comparire in sé una frazione, seppur infinitesima, del "divino", mentre la sua mente inizia ad assaporare qualcosa che va ben oltre il più paradisiaco atollo dei Carabi, l'umano si trova a dover tradurre nella vita di tutti i giorni ciò che vibra dentro di sé in qualcosa che sia palpabile, eseguibile materialmente: in ciò l'uomo diviene il ponte tra il cielo e la terra rendendo manifesto ciò che è in potenziale in altre dimensioni. In ciò esegue il suo compito e rende omaggio al significato dell'esistenza.
Appaiono allora le "tecniche", i vari modi di fare therapeia, le creazioni, le sculture, i dipinti individuali. In allegato "Le arti per la salute", sono riportati quelle che chiamerei, al pari del typus psicologico di Jung, le "tipologie terapeutiche", ossia come ogni individuo preferisce esprimere il suo bisogno di trasformazione. Giacchè prima di essere un atto rivolto al prossimo, fare therapeia è un atto rivolto verso se stessi, in pieno accordo al vangelo cristiano "ama il prossimo tuo come te stesso". Quel piccolo termine di paragone che è stato frainteso per duemila anni, provocando fiumane di sofferenze in chi ha represso il proprio cammino per occuparsi del "prossimo che riteneva bisognoso di aiuto", indica che ognuno, invece, trova, nelle infinite vie del mondo, il proprio modo di esprimere il personale "bisogno di trasformazione".
Mentre mi occupo del prossimo trasformo me stesso. La psicoanalisi di fine ottocento chiarirà che non si può trasformare se stessi occupandosi di se stessi, ovvero che non si può vivere soli.
Ecco che ogni Naturopata predilige una strada che più gli è congeniale, che lo accompagna meglio verso la sua trasformazione individuale.
In tal senso leggo l'impressionante lista di modi di occuparsi del prossimo. Che è destinata ad aumentare. E che costituisce parimenti la via preferenziale di cura in chi si rivolge al Naturopata. Ci sono persone allopatiche, omeopatiche, floreopatiche o filo-floreali, e così via, intendendo con ciò che al momento attuale la maggior risonanza si esplica nei confronti di quella o quelle terapie.
Dunque ancora una volta "il mondo è bello perché è vario", motto che contrasta fortemente il bisogno di standardizzazione che ogni tiranno, così come ogni religione, imposta con la forza o con l'inganno nel popolo che sta dominando.
L'Universo ha come scopo, nella fase di espansione attuale, l'ordinamento del caos, ma questo non vuol dire forzare un solo tipo di ordinamento in più individui. Non si può curare il mal di testa di tanti con il solito cachè, a meno che tale cachè violenti a tal punto la chimica del corpo umano da stravolgere qualsiasi, seppur, delicato e sottile, ma estremamente resistente, principio di vita.
Il mio cammino come operatore professionale è iniziato circa dieci anni fa quando mi ritrovai un libro sui fiori di Bach tra le mani, al posto dei soliti libri di filosofie esoterico-alchemiche che andavo comprando parossisticamente ta tempo. |