L'arte del Naturopata : la therapeia.
Dal "contraria contrariis " di Ippocrate al "similia similibus" di Hanneman ogni passo che l'uomo compie verso la conoscenza è un atto di purificazione, di rettificazione alchemica del suo essere e dunque dell'intera umanità.
L'atto di scoperta del mondo che lo circonda è equivalente all'atto di scoperta dentro se stesso che è lo stesso dire che solo vivendo esperienze nel mondo manifesto può conoscere lati nascosti di sé. E man mano che scende nel microscopico scopre che è regolato da leggi che hanno una provenienza comune, una legge nascosta che tutto permea e che si estrinseca in ogni singola manifestazione con una particolarizzazione locale e momentanea. Non c'è differenza tra la medicina, la religione, l'etica, la scienza tecnica o altro. Dal concetto che l'uomo ha di sé e del proprio dio, egli estrae le leggi per il proprio popolo e per i suoi modi di vita: così ha attraversato la storia dei primi millenni imprimendo le leggi cosmiche nella vita di tutti i giorni e rispettando tanto se stesso quanto il proprio ambiente vitale. Poi l'evoluzione ha chiesto un prezzo assai caro alla specie umana: la conoscenza dello strumento chiamato intelligenza ha spinto l'uomo all'abuso della propria fervida fantasia sganciandolo dalla percezione di ciò che è realmente e catapultandolo in una dimensione tecnologica virtuale, quella che negli ultimi cinquant'anni egli sta chiamando la civiltà. Oggi in piena tecnocrazia, con la quale ha devastato a piene mani il suo stesso ambiente di vita, inizia a sentire la spinta verso il prossimo passo evolutivo: la presa di coscienza di sé, del proprio stato di intelligenza, coscienza del tutt'uno che è, così diverso da quel puzzle che si è autodefinito nel corso dei secoli. E inizia ad annusare l'esistenza di altre dimensioni oltre a quelle della materia ma i dogmi ricevuti lo tengono ancora al laccio della sensorialità.
Ecco che vede il suo corpo più omogeneo, più unito, più funzionale, meno frazionato: sorpassata la ristretta visione del motore elettrochimico della medicina ufficiale inizia oggi i primi approcci con la dimensione delle energie sviluppando tecniche e strumenti che gli consentano di valutare quello che sta scoprendo. Ecco che all'alba del terzo millennio compare una nuova figura nella storia della "terapheia": il naturopata si "prende cura di" colui che è nello stato di disagio guardandolo con occhi più insiemistici, cercando di scoprire le cause che hanno portato ai sintomi senza precipitarsi sugli stessi nell'obsoleto e iatrogeno tentativo di sopprimerli con un farmaco. Per riprendere al più presto la "corsa" della vita.
E nella lista delle cause iniziano a comparire cause esterne oltrechè interne, e le cause stesse sono intercorrelate fra di loro da leggi che trascendono l'attuale stato di conoscenza della vita. Ecco che il Naturopata si trova ad operare a tutto campo dal concetto filosofico di esistenza alla psiche, alle emozioni, alle energie circolanti nel corpo, all'alimentazione, all'igiene di vita quotidiana, all'igiene dei luoghi in cui vive, per risalire alle cause del pathos. Ecco che vengono rispolverati i libri della Medicina Tradizionale Cinese, vecchi di cinquemila anni, e, grazie al venale desiderio di conquista dell'uomo, riproposti come terapie da ultimo grido. Grazie ai difetti più pesanti dell'uomo, la cupidigia e la vanità, i governi si trovano oggi a dover accettare come valido ciò che da sempre sta scritto sulla pietra e che popoli antichi conoscevano profondamente e che sapevano usare perché in possesso di doti che l'uomo di oggi deve riscoprire. Si può arrivare a Dio anche cercando di contare soldi...
E nella foga di arrivare primi a proporre ciò che è già stato usato e riusato negli ultimi duecento anni, vengono rispolverati i grandi del pensiero naturalistico e insiemistico: Goethe e ricompare la cromoterapia, la cromopuntura, e Mandel "scopre" l'esogetica ; Steiner e riaffiora l'arte di indagare nel legame anima-corpo; Bach e la floriterapia diviene una ricerca mondiale oltrechè un metodo che si interallaccia con le più disparate tecniche naturopatiche (MTC, cromoterapia, astrologia, iridologia, cristalloterapia, suonoterapia, metalloterapia, etc); Hanneman e l'omeopatia diviene prima omotossicologia, poi omeosinergetica e infine omeopatia di risonanza (per fermarsi a cinque anni fa); le filosofie, profonde e insondabili alla mente occidentale, induista con la sua Ayurveda, e tibetana con le tecniche relative.
Ma l'invasione di campo non si ferma qui: Yoga, Do-in, Massaggio Taoista, Tui na, Thai Chi Chuan piovono dall'oriente nel disperato tentativo di comunicare all'occidentale, il cultore della'"azione", della modifica, dell'incursione a tutti i costi, la sottile filosofia del Tao, impercettibile vibrazione che contiene, perché formata da esse, le due forze opposte, quella disequilibrante e quella riequilibrante.
Trovano finalmente oggi rivincita i praticanti del Reiki, assurto a medicina anticancro presso alcune sezioni pionieristiche della Sanità, vengono riabilitati agli altari della gloria gli osteopati, i chiropratici, i craniosacrali, il Pranic Healing, quando la Pranoterapia è oramai adoperata nelle corsie di alcuni ospedali. Esulta Goodheart che con la sua raffinata scoperta, l'arte della kinesiologia, si è incarnato in decine di applicazioni della stessa, da quella odontoiatrica, a quella emozionale, al touch for Health per arrivare alle forme più sofisticate della kinesiologia mentale affiancata da tecniche agopunturistiche.
Tacendo delle decine e decine di "arti per la salute" [7] , delle "tecniche psicocorporee", e di tutto ciò che costituisce un metodo per ridurre la sofferenza semplicemente aumentando lo stato di coscienza individuale sia del terapeuta che di chi a lui si rivolge.
Certo è che sulle bancarelle già da tempo compaiono libri con spunti preziosi circa il motivo per cui siamo qui: l'umanità sta abbandonando la cristallizzata visione delle religioni ancora in corso, che l'hanno ridotta nel suo potenziale avviandola verso una sofferenza dovuta all'incongruenza fra ciò che è stato proposto e ciò che è, e inizia a rivedere i codici che le "scritture", nella forma più arcaica possibile, proponevano da sempre. Oggi è possibile capire e ancor più comprendere un po' di più la via dell'uomo nel cosmo, un suo significato più intrinseco, meno banale e/o favoleggiante.
La figura del Naturopata non è quella del meccanico del corpo umano, il medico: egli non può misconoscere, certamente fin dove può arrivare la sua evoluzione, che la malattia è un segnale di errore che si imprime sul corpo in modo sempre più marcato mentre l'anima attende al suo compito di raggiungere l'obiettivo che aveva desiderato tanto (visibile dal tema natale): ogni errore di interpretazione delle Leggi della vita diviene una aberrazione in senso olistico dell'equilibrio dell'essere in tutte le sue dimensioni. Ecco che per recuperare l'equilibrio (dinamico) il naturopata si rende conto che egli deve riscoprire (s-velare) le Leggi della Natura e riproporle (ri-velarle) a chi a lui si rivolge. Ma le Leggi della Natura erano lì da sempre, scritte in tutto ciò che è: è dunque l'uomo che si avvicina ad esse lentamente nel corso dei millenni e la sua distanza da esse la chiamo malattia.
Ecco che oggi non deve più curare solo se stesso, ma anche il suo "ambiente" così martoriato da azioni insensate perché prodotte dalla mente umana azionata da ideologie personali ma non dalla coscienza di ciò che è. Torna bene il motto di Proust: "Il vero atto della scoperta non consiste in territori nuovi ma nel vedere con occhi nuovi". E i nuovi occhi per vedere sono stati accennati più sopra ed elencati in appendice.
Ecco che sulla strada di Lakowsky, oggi risorgono i radioestesisti, i domoterapisti, gli esperti del Feng Shui nel disperato tentativo di ribaltare l'intrappolamento ormai parossistico dell'uomo nei suoi stessi prodotti tossici con i quali ha tappezzato oltrechè il suolo anche il cielo delle sue giornate, qui sulla terra. E siamo lontani da poter applicare il Qi-xue...
L'uomo sta per rendersi conto che non è imparare la tecnica, la trappola della dimensione materiale, lo scopo della vita e, qui, della "terapia". Per millenni ha sacrificato ogni manifestazione della sua esistenza per rendersi sempre più esperto in qualcosa, sempre più specializzato in una direzione d'uso. E' inevitabile che l'inerzia di tale movimento continui ancora per un bel po', prova ne è la lista impressionante di "modi di curare" riportati in appendice: c'è chi dice che si guarisce con la tale tecnica, chi con la tal'altra, ma già qualcuno inizia a chiedersi cosa voglia dire il memento di Hanneman: "non esiste la malattia, esiste l'uomo malato". Già in qualcuno inizia a permeare la profonda sofia del Tao: dall'idea che hai del tuo creatore e, dunque, del cosmo proviene il tuo grado di squilibrio.
Parte di qui l'opera del Naturopata: cogliere il grado di squilibrio animico e tramite i segni di ciò sul corpo, assieme ai sintomi patologici, dolcemente riavviare il viandante sulla strada di se stesso.
Per certi versi è un lavoro simile a quello dell'agopuntore anche se questi si fermava alle energie grossolane: egli auscultava il corpo tramite i segni sul corpo (lingua, fisiognomica, odore, etc.), tastava i dodici polsi per ricevere informazioni a riguardo del bilancio energetico dei meridiani e, cioè, organi, muscoli, etc., valutava quali, per es., delle sei energie perverse e quali delle sette emozioni potevano avere intaccato l'armonia energetica e in dipendenza del momento e della stagione in corso riavviava il fluire delle energie con degli aghi. Che è lo stesso che dire che tramite delle micropile cercava di ripristinare un buon campo elettrico globale. Che è lo stesso che avviene con le vibrazioni dei fiori o dei suoni o dei colori: dipende da quale "porta", in quel momento, può aprire chi vuole guarire.
Per il Naturopata il campo di azione è un po' più esteso e per fare ciò non può avvalersi solo di nozioni imparate sui libri o ripetute in un tirocinio come avveniva per il medico ma deve essere in grado di "leggere" il grado di disarmonia con l'antenna della percezione corporea: deve essere in grado di percepire realmente su di sé quali rimedi vanno in risonanza con l'"Essere" che ha di fronte (per chi ne è capace anche a distanza) e valutare in tal modo anche il percorso terapeutico più idoneo.
[7] Appendice: I vari tipi di Therapeia. |