Conclusioni. L'UOMO E' CIO' CHE PENSA.
E' PIU' FACILE SCINDERE UN ATOMO CHE UN PREGIUDIZIO (Einstein)
Confesso che, dopo più di trent'anni che studio medicina naturale, continuo a chiedermi cosa significhi: "Naturopata". Ogni volta che vedo entrare un paziente nel mio studio con quella faccia triste, con le spalle contratte nello sforzo spasmodico di adeguare il proprio corpo alle regole sociali, con la schiena china per i troppi carichi portati, con quella lista di problemi organici che la dicono lunga su una vita di tribolazioni e di tristezza, mi viene da fare tutt'altro che proporre rimedi naturali o trattamenti corporei che dir si voglia.
Mi viene voglia di prendere per mano quest'anima triste che da sempre non corre più sul prato dell'esistenza, intristita dalle regole puramente mentali di questo Homo Sapiens, e portarla, mano nella mano, finalmente, a "giocare il gioco della vita".
Portarla a ridere, a sorridere, a deridere questa serie di dogmi dell'esistenza, questa lista di "si fa così", che l'uomo triste di sempre ha inventato, addirittura dicendo che si tratta di leggi divine.
Portarla a essere leggera nel passo della vita, a volare con l'anima fra le umane faccende, in quel mondo in cui ogni cosa che questo uomo di sempre pensa, diventa un pesante fardello da portare, come se l'unica occupazione che egli ha fosse quella di studiare il modo di torturarsi meglio, di appesantirsi sempre di più, di incupirsi sempre di più. Torturare se stesso e il mondo in cui vive, il suo "ambiente" vitale.
Portare quell'anima ad ascoltare il "suono" dell'esistenza, oltre il frastuono e il caos dei pensieri umani che oramai avvolgono questo pianeta come un pitone avvolge la sua preda.
Là dove la mente si fa più limpida e il cuore avverte il battito del cosmo.
Oltre la trappola delle emozioni umane, vere e proprie prigioni ormonali, nelle quali l'uomo si è calato, addirittura proponendole come il vero significato dell'esistenza.
Degradando così l'archetipica attrazione fra due opposti complementari, a schiavitù legalizzata a scopo di lucro. Si perché amare, per l'uomo di sempre, significa avere assolto alla serie di necessità che le regole sociali gli hanno imposto: la casa, la famiglia, il sesso, i figli, le comodità, il divertimento.
Come mai non "gioca" più nessuno?. Ho provato ad andare nei centri Yoga, Zen, Buddismo, Reiki, Centri Benessere, Beauty Farm, Agriturismi, Ashram bianchi e arancioni, alla ricerca del popolo che sorride ma ho trovato solo regole di vita, lunghe liste di regole di vita, di comportamento, di postura, di dieta (per poco non vengo torturato dieci anni fa perché ancora mangiavo carne), liste di rituali, mantra o tantra che siano. Tutti seri. Ho cercato fra i Templari, i Rosacroce, i Crociferi, le Associazioni Archeosofiche, alla ricerca di quel qualcuno che, avendo mangiato la foglia sulla vera ragione dell'esistenza dell'uomo, percorresse questo mondo con il sorriso sulle labbra e la voglia di "giocare". Ho trovato solo gerarchie così ben organizzate, chiuse, rigide, terribilmente serie, perché la vita " è una faccenda seria", il tutto per date all'umanità il suo benessere .
Benessere?
E quale è la definizione di benessere? Essere sempre sorridenti, in piena salute e manager attivi divisi fra lavoro, famiglia, hobbies, associazioni e clubs? Essere ricchi sfondati?
E poi come mai non siamo tutti così? Come mai il mondo è ben assortito fra possessori del benessere, disperati alla ricerca dell'eliminazione del dolore, altrettanti disperati alla ricerca del Sacro Graal, che, grazie a Dio nessuno trova, altrimenti sai che delusione, non contiene nemmeno un grammo d'oro, gente che muore senza neanche avere assaggiato la nutella e cattivissimi che non desiderano altro che eliminare i propri simili?
E ora "il suo benessere" di cui sopra come si adagia su questa situazione?. Vi sono tanti diversi livelli di benessere, dal benessere di bere finalmente un po' di acqua dopo due giorni di deserto, a quello di regalare il secondo yatch all'amante. E se scambiassimo le due cose cosa succederebbe? Se dessimo, per forza, lo yatch a quello che sta morendo senza acqua e due dita d'acqua all'amante avrebbero il loro benessere?. .
Questo vuol dire che esiste un diverso concetto di benessere per ogni essere umano, quello status in cui egli appaga le sue aspirazioni, vive il suo momento eroico, "trafitto da un raggio di sole", e non vuole sapere niente di ciò che sta un millimetro più in là e non se ne fa niente di sapere che cosa è l'Olismo. Magari con il tempo inizierà ad interessarsi di altre cose e forse inizierà a chiedersi chi è e cosa ci fa lì in quella "posizione antalgica". Ma una cosa è certa: ogni umano avrebbe tanto desiderato essere portato per le vie del mondo, alla contemplazione di ciò che più lo aggrada, col sorriso sulle labbra. Qualcuno lo fa, sicuramente gli "agrimony" nel mondo, che sono tanti, oppure i seguaci HRD, ma nella maggioranza dei casi questa umanità è delusa di gente seria che governa, che parla di un Dio che manda punizioni a tutti, di un medico che ti vede solo come il gioco del meccano o del piccolo chimico, di quella gente che mentre mangi alle venti e cinque ti vomita sul tavolino gli ultimi centottanta disastri accaduti nel mondo affinché tu sia ben informato e abbia qualcosa da dire domani al trani.
Le persone in generale quando incontrano un terapeuta che scherza o che accoglie col sorriso, pensano di essere venuti a perdere il loro tempo e addirittura resistono alle terapie perché "solo chi non sorride mai è una persona seria".
Ma basta insistere imperterriti con il sorriso che piano piano si sbloccano e iniziano a guardarti come se stessi proponendo loro di andare in giro per la città nudi. Senza corazza. La corazza della serietà quella che crea più danni del cancro.
Il paziente si sottopone ancora pazientemente alle infinite tecniche, che più sono, più il trattamento è olistico, con la speranza che qualcuno un giorno lo aiuti a guarire davvero. Con un sorriso. Che qualcuno lo liberi dalla schiavitù della serietà, intesa solo come "mi presento con un viso serio, dunque valgo".
Se paghi ti danno il master di Reiki e l'energia inizia a fluire come per incanto nelle tue mani. Solo poco fa eri nessuno, ora sei una potenza cosmica.
Ma agli incontri Reiki si sorride, si gioca in mille modi, si fanno "conoscenze".
Il paziente, invece, che si rivolge al terapeuta, riceve un bel "si metta lì" che le trovo le intolleranze alimentari. E dopo avere ricevuto le istruzioni di mangiare solo un ravanello al giorno, che se no le immunoglobuline ti stendono, e col costo attuale dei funerali non conviene, si torna alla propria vita frenetica. Il tutto senza sorriso. Magari quando paghi un abbozzo te lo fanno. Ma che non sia eccessivo che potrebbe agire da mobbing. E se un giorno scopriremo che siamo solo un programma software, come nel film Matrix?.
Lì per lo meno qualcuno che sorrideva c'era.
E io, da eterno illuso, continuo a pensare che tutti i mali si guariscono con un sorriso. Magari fatto un po' di tempo prima che sia sempre così terribilmente troppo tardi. Magari "sorriso" è più vicino all'essenza della parola "amore", di tutti gli yatch e diamanti del mondo.
Sempre secondo me, il Naturopata questo lo dovrebbe sapere. E saperlo applicare.
Il mio maestro di Zen mi diceva che a Beethoven sono occorsi diversi anni di conservatorio per sapere suonare, invece i grilli suonano da subito.
"E' vero tutto ciò che funziona subito", mi ripeteva. Oggi occorrono anni perché marito e moglie si "conoscano", si "abituino" l'uno all'altro, imparino ad apprezzarsi. Occorrono settimane perché il corpo si abitui al farmaco, onde togliere quel fastidioso problema.
L'abitudine è il peggiore dei mali inventati dall'uomo: occorrono sedute e sedute perché il corpo si disabitui alle leggi in esso conficcate in anni e anni di abitudine forzata ad esse.
La malattia potrebbe essere definita anche come l'inerzia del sistema che ad una noxa risponde con un ritardo notevole. In quel ritardo c'è la malattia, il ritardo è la malattia. E più c'è ritardo più a fondo è andata a finire la malattia. La salute è l'istantaneità della risposta del sistema alla noxa. Più rapida è la risposta più sano è l'individuo. Ma l'individuo "istantaneo" è quello che "pensa dopo avere percepito", ovvero quello in cui il pensiero è "dettato" dalla percezione sensitiva che viene così tradotta in "verbo".
Non è forse del Maestro il livello iniziatico del "verbo", la possibilità di parlare ovvero di tradurre in parole le percezioni ricevute?
L'individuo sepolto nei condizionamenti etnici, sociali, religiosi etc. prima pensa, poi rovella e poi ha una risposta fisiologica. Dettata dal rovello. Non "esiste" quanto rovellato e la risposta è non-naturale.
L'Arte del Naturopata dovrebbe essere prima di tutto quella del Samurai, difendere la Libertà.
Se vuole che nel suo nome continui ad esistere il suffisso Natura. |